I due regolamenti
Trascorse più di una settimana prima che il lavoro dell’ ufficio permettesse al Commissario di ritrovare tempo e tranquillità per fare un passo in avanti sulla questione delle acque termali. Così, quel venerdì chiese il permesso di andarsene prima dal lavoro per cominciare a rileggere con più attenzione i due regolamenti.
Contava sul venerdì sera, sul sabato, per leggere alcune ore tra il fare la spesa e un giro per botteghe e sulla domenica: mattino alla Messa e visita in parrocchia, pomeriggio prendere la bicicletta e supervisionare la zona termale approfittandone per percorrere una parte dell’anello ciclabile dei colli. Il relax era un tutt’uno con questo particolare impegno, la fretta non gli sarebbe servita molto anche se faceva spesso capolino sotto forma si curiosità ma a quagliare ci vuole tempo e pazienza specialmente quando sei in terreni non conosciuti. Gli sarebbe rimasta libera la domenica sera per continuare la sua indagine
Dalla prima rapida visione i documenti non apparivano difficili da leggere in relazione alla loro lunghezza ma abbastanza ostici in relazione alla normativa citata e il tutto non gli rappresentava un quadro coerente come si poteva supporre trattandosi di regolamenti.
Comunque, secondo la Lasagna filosofia, il mulo tira avanti per la sua strada secondo la sua logica che è: passo dopo passo faccio un altro passo.
Domenica sera, fatta la pomeridiana passeggiata in bicicletta e dopo essere stato in pizzeria, con prenotazione obbligatoria, per la sua bufalina accompagnata dal Pinello, si sedette tranquillamente, accese la silente televisione e si avviò a fare, secondo metodo consolidato, un lavoro di prima analisi dei due documenti sufficientemente conosciuti, la sera prima, nelle loro linee generali.
Questo consisteva nel mettere per iscritto, carta e matita anche sotto forma grafica se necessario, alcune riflessioni ricevute schematizzandole e ricercandone collegamenti ma, sopra tutto, gli stimoli che esse gli provocavano. Solitamente il lavoro non si dimostrava mai breve per cui preparò il caffe con una moka da 5 persone per poterlo all’ occorrenza bere riscaldato nel microonde. A lui piaceva così, se poi… c’erano i biscottini mediamente dolci non poteva chiedere di più e anche questi erano ben in vista sulla credenza.
Carta e matita, riprese il lavoro di fatto già abbozzato nella sua testa le sere precedenti.
PRIMA OSSERVAZIONE: i regolamenti sono due! Sottolineò questo concetto che a prima vista poteva sembrare ovvio ma , dopo la biciclettata del pomeriggio così ovvio non gli appariva. Rifletté sul fatto che in realtà il sistema fognario di Abano e Montegrotto era unico, entrambi i comuni scaricavano poi l’acqua negli stessi canali, un poco come succede nei quartieri delle città dove ogni zona ha un suo lotto di fognatura che poi scarica in una o più condotte centrali e alla fine tutte vanno ad un punto di raccolta: depuratore, idrovora o meno. Eppure ogni zona di una città (che sicuramente ha più abitanti di Abano e Montegrotto assieme) non ha un suo regolamento per la fognatura ma il regolamento è unico… quindi Abano a Montegrotto avrebbero potuto fare la stessa cosa. Annotò: capire meglio quali realtà peculiari non hanno permesso in tanti anni di fare questa semplice razionalizzazione, invece che due farne uno solo. Cause strutturali, politiche, tecniche, le così dette ‘culturali’? Due regolamenti su una stessa ‘cosa’ potrebbero essere essi stessi causa di incomprensioni se non altro!
ATTENZIONE: LA MADRE DELLE ILLEGALITA’. Lo scrisse con molta evidenza sottolineandolo per bene.
- Comune di Abano data di approvazione del regolamento il 12/1/1999
- Comune di Montegrotto data di approvazione del regolamento del 31 marzo 1980[1]
Aveva bene in mente le parole del funzionario regionale riferitegli dal Dott. Rubini di una situazione che andava avanti da “trent’anni e più”. Ora, a vedere le date di approvazione dei regolamenti gli anni c’erano tutti. Sia per Montegrotto che la prima stesura del regolamento era del 1978 che per Abano poiché nella delibera di quest’ultimo stava scritto che questo regolamento era un aggiornamento di quello del 31/3/1982. Erano questi regolamenti ‘la madre’ della possibile illegalità? Ogni volta che Lasagna se lo sottolineava sorgevano nei suoi pensieri nuove possibilità che tuttavia dovevano essere verificate.
Ad un certo puto esclamo:
POSSIBILE???? Questa cosa lo colpì fin dal primo momento.
Certo lui si rendeva conto di camminare su una materia in cui non era esperto ma non pensava nemmeno di essere “un pivellino”, in fin dei conti nei suoi anni di carriera di regolamenti ne aveva visti e letti di tutti i tipi.
Ripeté tra sé e sé più volte: ma è possibile? Questa domanda si era rafforzata sempre grazie alla biciclettata mattutina dove aveva potuto notare ancora una volta che Abano e Montegrotto avevano la stessa struttura edilizia e a parte il maggior numero di abitanti di Abano potevano essere urbanisticamente la stessa ‘cosa’. E allora come era possibile che il regolamento della fognatura di Montegrotto fosse contenuto in una delibera di 14 pagine e quello di Abano in una di 44 pagine? Disse: “Sarebbe la prima volta che passa un principio per cui i regolamenti sono proporzionali nella loro stesura al numero di abitanti, ma anche così Abano deborderebbe di molto.”
Dove stava la differenza tra i due comuni tale da necessitare un regolamento tre volte superiore? In fin dei conti si trattava di un regolamento per la fognatura e non di un progetto generale per qualche settore quale piano regolatore o altro in cui i progettisti e consulenti vari mettono di tutto e di più tanto che a volte viene il dubbio che questi lavori siano pagati a pagina. La cosa gli tornava strana e quindi altro materiale da inquadrare.
QUALCUNO ESAGERA IN ABBONDANZA O PARSIMONIA?
Questa dicotomia quantitativa tra i due regolamenti apparve in maniera spropositata quando entrò più nel merito della sua ricerca con la domanda: “Ma, le acque termali, in che modo fanno parte della normativa di questi regolamenti”? Fece quello che solitamente faceva applicando un principio a lui caro e cioè che dialetticamente la quantità si trasforma in qualità. La stessa ‘cosa’ in quantità diversa è altra cosa.
Concretamente, matita alla mano, contò quante volte la parola termale/i era ripresa nei due singoli regolamenti e il risultato ragionieristico gli tolse qualsiasi dubbio sul fatto che forse c’era qualche ‘cosa di intrigante in questa situazione’, sicuramente da chiarire, ma c’era.
Comune di Montegrotto, citazione della parola termale o termali nel regolamento:
la parola termale/i viene riportata 4 volte e l’ articolo relativo alle acque termali è uno solo, il numero 13.
Comune di Abano citazione della parola termale/i nel rgolamento:
Lasagna notò che nel regolamento di Abano veniva in alcuni casi proposto anche il termine idrotermali, completamente assente in quello di Montegrotto, termine che naturalmente incluse nel conteggio. La parola termale sotto le varie forma viene riportata 53 volte oltre ad un articolo specifico che nel titolo richiama le acque termali e queste sono presenti nel merito di moltissimi articoli cosa che non succede a Montegrotto. Citazioni della parola termale/i: 53 a 4, era un po’ troppo!
Ora… poteva benissimo essere che una qualche differenza nel numero di richiami alle acque termali fosse dovuto ad un diverso modo di esporre l’argomento ma la disparità era enorme e pensò “Qui gatta ci cova”. Ma quale gatta? A volte le ‘cose’ scritte in poche parole esprimono meglio un concetto… ma in questo caso sembrava l’opposto, esprimevano una mancanza di concetti e, in un regolamento, questo vuol dire lasciare le cose da regolamentare in balia di altri giudizi non regolamentati.
MA SU COSA SI BASAVANO I REGOLAMENTI?
Il Commissario si chiese quali erano le loro basi giuridiche. La domanda si poneva dopo aver visto i primi articoli dei regolamenti in cui venivano richiamati i riferimenti di legge.
Comune di Montegrotto: 2 leggi.
- Legge n.319 del 10.5. 76.
- Legge n. 650 del 24.12.79
Comune di Abano Nell’articolo 2 del regolamento dal titolo Riferimento di legge vengono richiamati tra nazionale e regionale 21 tipi di legge.
Pur essendo stanco e dopo aver bevuto due tazzine di caffè avrebbe voluto continuare il lavoro ma la silente televisione annunciava la proiezione di un vecchio film (molto più vecchio dei regolamenti in oggetto) che sicuramente lo avrebbe accompagnato ad un ‘dolce’ sonno ma sopra tutto era necessario un confronto con il Dott. Rubini.
La ‘cosa’ cominciava a dipanarsi e al contempo complicarsi.
Vi era poi la domanda non secondaria e cioè, se tutti i chiacchiericci e le supposizioni esistenti sul tema erano reali e se era logico pensare partissero dei regolamenti delle fognature, di che illegalità si poteva parlare? Quale era il fatto sostanziale che portava ad un meccanismo o sistema di interessi illegali? A spese di chi? A vantaggio di chi?
Il Mago di Oz al momento e data l’ora era più tranquillizzante e poi quella musica: “E splende l’arcobaleno…la, la, la…”
A MARTEDI PROSSIMO CON IL QUARTO CAPITOLO “LASAGNA CERCA”
[1] “Adottato con delibera del. C.P. n. 185 del 10.5.1978 Aggiornato con delibera del Consiglio Comunale n. 41 del 31 marzo 1980.”