Il porto delle nebbie
Bevuto l’ultimo goccio di caffè Lasagna, Giuseppe, il vassoio, la moka e i biscottini semi dolci si ‘spostarono’ nello studio dove era sistemato un piccolo tavolo da lavoro.
Giuseppe iniziò.
“Avrei preparato uno schema generale da approfondire in base alle esigenze a alle curiosità relativo alla parte termale nel Piano delle acque del comune di Abano con i seguenti punti:
- Dimenticanze sospette.
- Definizioni inesatte?
- Documentazione.
Se lei crede inizio citando il più possibile il testo del Piano che ho qui con me.”
“Va bene” disse Lasagna “Io prendo appunti e se del caso intervengo per chiarimenti o altro.”
Le dimenticanze sospette
Giuseppe aprì il Piano delle acque e cominciò a scorrerlo.
“La prima cosa che mi ha colpito è che né sulla pagina dei richiami di tutte le norme vigenti utili alla stesura del piano né in qualsiasi altro punto della relazione sia stato citato il Regolamento della fognatura di Abano.
E’ mai possibile che si proponga un piano delle acque per Abano senza tener conto di quanto scritto in questo regolamento nemmeno quando si richiamano specificatamente le acque termali? Più ci penso e non mi pare possibile; faccio fatica a rappresentarmela come una dimenticanza se non sospetta.”
Lasagna annui e il suo sguardo appariva preoccupato.
“La cosa appare ancora più strana quando nella relazione viene richiamato il PTA (Piano Regionale di Tutela delle Acque)[1] del quale, i tecnici che hanno redatto il Piano delle acque dicono, cito testualmente a pagina 9, è un poco lungo ma le parole hanno un peso e, queste sono, non altre:
“Il PTA della Regione Veneto è stato approvato con DCR n. 107 del 05.11.2009 e sostituisce quasi interamente il Piano Regionale di Risanamento delle Acque. In esso sono definiti i corpi idrici significativi, gli obiettivi di qualità ambientale e gli obiettivi funzionali, gli interventi necessari al loro raggiungimento o mantenimento e le misure di tutela qualitativa e quantitativa, fra loro integrate e distinte per bacino idrografico. Il Piano identifica altresì le aree sottoposte a specifica tutela e le misure di prevenzione dall’inquinamento e di risanamento. (… pag.10) Il PTA, al capo IV; contiene le misure per la tutela qualitativa della risorsa e disciplina lo scarico di:
– acque reflue urbane,
– acque domestiche e di quelle ad esse assimilabili,
– acque reflue industriali
– acque meteoriche di dilavamento,
– acque di prima pioggia,
– acque di lavaggio.”
Le è chiaro Commissario?”
“Mi sembra di si, sono elencate tutte le tipologie di scarichi di cui bisogna tenere conto.”
“Eh, eh, eh… mi dispiace ma non è così.
Chiarisco: Lei ragiona in base a ciò che i tecnici hanno scritto e non può invece ragionare in base a quello che hanno ‘dimenticato’ di scrivere.”
“Mi ragguagli.”
“Bene, vengono citate tutta una serie di finalità e norme del PTA ma ci si dimentica di citare l’articolo 34 dello stesso “Acque reflue assimilabili alle acque reflue domestiche” che al comma 1 dice ciò che maggiormente dovrebbe interessare Abano:
- “Ai fini della disciplina degli scarichi e delle autorizzazioni, sono assimilate alle acque reflue domestiche (fognatura nera per intenderci e sono quindi scaricabili) (…): “le acque reflue provenienti dagli insediamenti adibiti ad attività alberghiera e della ristorazione, ricreativa, turistica e scolastica, commerciale e di servizi quali:
- 1) stabilimenti termali, fermo restando quanto stabilito all’articolo 35.”
Ecco, vede Commissario le acque reflue provenienti da stabilimenti termali sono assimilate a quelle domestiche. Non è poca cosa.”
“Già!” Risponde Lasagna. “Sembrerebbe quindi che anche gli stabilimenti termali possano essere scaricate nella fognatura nera del comune di Abano come tutte le altre provenienti da usi domestici, al contrario di quanto succede oggi.”
“Certo.” Riprese Giuseppe, fatto salvo…”
Qui fece una lunga pausa riportando l’attenzione sul testo del PTA.
“Fatto salvo… quanto previsto dall’articolo 35…”
Lasagna mise dal caffe con pochissimo zucchero nella tazzina e lo bevve in un sol sorso dicendo:
“Ti prego, porta pazienza, cerca di essere il più didattico possibile perché faccio fatica a orientarmi nel merito.”
Giuseppe con un sorriso sarcastico:
“Beh siamo in due… quanto minimo.”
Anche lui usufruì della moka che si stava rapidamente svuotandosi.
“Caro Commissario è lei che deve avere un poco di pazienza finché riordino in modo cronologico ciò che è stato scritto e non scritto relativamente a questo Piano delle acque e su alcune altre leggi.”
“Va bene.” Disse lasagna. “Vai con calma, ne approfitto per fare altro caffè.”
Versò il poco rimasto nelle due tazzine e se ne volò in cucina.
Quando tornò la moka trascinava con sé un immenso profumo, seguito da una scatola piena di biscottini di vario genere.
“Allora?” Disse Lasagna.
“Allora? Questa situazione mi ricorda un vecchio romanzo giallo di Georges Simenon pubblicato in 31 puntate come feuilleton nel 1932.”
“Ti piacciono i gialli?”
“Si specialmente i classici, li leggo in continuazione il mio autore preferito è Edgar Wallace, antico, naïf forse ma sempre intrigante. Il romanzo di Georges Simenon si chiama Maigret e il porto delle nebbie. Ne ricordo a memoria un passo che si adatta perfettamente a questa nostra situazione compresa la sua presenza come Commissario. Dice più o meno così:
- “Alcuni istanti prima tutto sembrava morto, deserto. E adesso Maigret, che cammina lungo la chiusa, si accorge che la nebbia pullula di forme umane.. Più avanza e più quell’universo di nebbia si popola.”
Lasagna rimase piacevolmente sorpreso e per non restare escluso dal momento magico disse:
“E allora cosà è apparso dalla nebbia?”
“E’ apparso quello che si sono dimenticati di scrivere nel Piano delle acque e che da trent’anni alleggia nella nebbia, aiutato anche dai fumi dell’acqua termale: un vero e proprio fantasma. Certo che un fantasma nella nebbia e per di più con il fumo delle terme è ‘ovvio’ sia difficile da vedere!”
“Dimmi, dimmi…”
“La farò breve anche se a dire il vero qui, più che un idraulico, ci vorrebbe un avvocato ma tenterò di ridurre tutto all’osso quanto mi sembra di aver capito. D’altro canto, una volta che il fantasma si materializza è inutile cercare di capire da dove viene e dove va, lo devi cogliere guardandolo in faccia. Guai lasciarselo scappare.”
Anche Lasagna ricordava che molte volte la soluzione di un problema arrivava senza si potesse immaginare pur essendo ‘presente’ da molto nell’aria. In quel momento uno strano sorriso-sogghigno gli apparve in volto. Giuseppe lo guardò con curiosità interrogante ma Lasagna con un cenno della mano disse:
“Niente, niente…”
Mica poteva dire che il fantasma a cui pensava era quello che si aggirava per l’Europa nell’ottocento… e che Marx vide per primo!
Giuseppe riprese.
“Le ho parlato dell’articolo 35 del Piano di Tutela delle Acque (PTA) del Veneto. Va detto che questa normativa si è modificata nel tempo e quindi lo riporto all’oggi. Il riferimento specifico è il Decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 Norme in materia ambientale[2] in cui vengono inglobate tutte le normative esistenti in materia compresa la gloriosa legge Merli. E’ qui che appare il fantasma nell’articolo 102 – Scarichi di acque termali.”
“Questo sarebbe il fantasma?” Disse Lasagna.
“Questo non è ancora il fantasma ma è il contesto da cui si materializza. L’articolo è molto semplice:
- Per le acque termali che presentano all’origine parametri chimici con valori superiori a quelli limite di emissione, è ammessa la deroga ai valori stessi a condizione che le acque siano restituite con caratteristiche qualitative non superiori rispetto a quelle prelevate o, in alternativa che le stesse, nell’ambito massimo del 10 per cento, rispettino i parametri batteriologici e non siano presenti le sostanze pericolose di cui alle Tabelle 3/A e 5 dell’Allegato 5 alla parte terza del presente decreto. a) in corpi idrici superficiali, purché la loro immissione nel corpo ricettore non comprometta gli usi delle risorse idriche e non causi danni alla salute ed all’ambiente; b) sul suolo o negli strati superficiali del sottosuolo, previa verifica delle situazioni geologiche; c) in reti fognarie, purché vengano osservati i regolamenti emanati dal gestore del servizio idrico integrato e vengano autorizzati dalle Autorità di ambito;
- d) in reti fognarie di tipo separato previste per le acque meteoriche.
- b) sul suolo o negli strati superficiali del sottosuolo, previa verifica delle situazioni geologiche;
- 2. Gli scarichi termali sono ammessi, fatta salva la disciplina delle autorizzazioni adottata dalle regioni ai sensi .dell’articolo 124, comma 5:
Con questa definizione gli scarichi delle acque termali hanno più possibilità di effettuarsi che in passato, fatto salvo che devono rispettare sostanzialmente i parametri minimi previsti dalle tabelle numero 3a e la numero 5 dell’allegato 5.”
“Ancora una tabella” Esclamò Lasagna. “Ora capisco i fantasmi; tabelle che ci sono, che vengono riportate in modo parziale solo per alcuni parametri e che poi nessuno controlla e che si modificano senza venire aggiornate… E’ trent’anni che questo tipo fantasma si aggira tra Abano e Montegrotto senza che nessuno mai abbia chiamato una squadra di Ghostbusters, gli acchiappa fantasmi.”
Giuseppe riprese:
“Penso che sia proprio così e visto il Piano delle acque di Abano ho l’impressione si voglia continuare. E’ una tabella che va letta e studiata prima che scompaia per altri decenni nei fumi delle nebbie termali.”
Lasagna guardò l’orologio e si accorse che era quasi l’una, si rivolse a Giuseppe è disse:
“Abbiamo fatto tardi… vuoi rimanere a mangiare qui?”
“No grazie, mia moglie aspetta e in quindici minuti sono a casa. Però se ti va potremmo rivederci verso le 16; dopo tanto tempo ho fretta di provare a lanciare un raggio di sole in questa palude di fango termale”.
L’appuntamento fu accettato.
CI VEDIAMO VENERDI PROSSIMO CON “FANTASMI E VITTIME”
[1] http://repository.regione.veneto.it/UCI/Piano%20Tutela%20Acque/Piano%20Tutela%20Acque%20Allegato%20A%203.pdf
[2] https://www.bosettiegatti.eu/info/norme/statali/2006_0152.htm