E se fosse vero che 70.000×3=210.000?
L’indomani il Dott. Rubini doveva partecipare ad un’azione della massima responsabilità e delicatezza ma non era quello che gli impediva di dormire: era il Chi l’avrebbe mai detto che lo ‘disturbava’. In particolare un conteggio che gli girava per la testa, 70.000×3=210.000; conteggio che il Gatto e la Volpe avevano grossomodo evidenziato fin dall’inizio ma che ora trovava basi di primo riferimento.
Lo ripeteva in continuazione senza riuscire a darsene un contesto logico. Se potenzialmente gli appartamenti da 100 metri quadrati che si possono riscaldare con il potenziale geotermico euganeo sono 70.000 e se per ognun di essi vi fossero tre persone, il totale delle stesse sarebbe 210.000 in pratica gli abitanti della città di Padova.
Non riusciva a far entrare questo conteggio in una sua valutazione logica quantitativa, non capiva esattamente cosa succedesse nel bacino euganeo, dove andasse tutta quella ricchezza geotermica. Parafrasando Lasagna: non quagliava, il + si contrapponeva al -. D’altro canto le ipotesi di calcolo, seppure di larga massima, avevano una logica.
Fu così che alle 7 di mattina della notte insonne di Rubini, il telefono mozartiano di Lasagna cominciò a vibrare e suonare. Il Commissario vide sul display chi era e prontamente rispose.
“Agli ordini, ci sono problemi per il suo ‘lavoro’ di oggi?”
Ovviamente al telefono non poteva neppur lontanamente accennare all’importante e delicata missione che Rubini avrebbe dovuto svolgere.
“No, no, grazie… ordinaria amministrazione ma sarà giornata pesante e questa notte non ho quasi mai dormito…”
“Mi raccomando” riprese Lasagna “Vada con calma non si faccia sopraffare dalle ‘carte’.”
“Non si preoccupi… ma lo sa lei che 70.000×3 corrisponde a 210.000?”
Lasagna scoppiò in una risata mulesca.
“Se lo so? E’ un conto che avrò fatto almeno una ventina di volte questa notte! Più lo facevo e più mi ripetevo Chi l’avrebbe mai detto!”
Magia della matematica che da scienza ‘raramente esatta’ naviga nel notturno etere stimolando e unificando coscienze diverse.
“Anche lei?” riprese Rubini.
“Si, anch’io” disse Lasagna.
“Bene Commissario, oggi come sa sono impegnato ma nulla impedisce, almeno me lo auguro, che questa sera possiamo cenare assieme e ripassare i conti.”
Lasagna era raggiante. “Si, si, e dove ci troviamo?”
“Nel covo se è libero.” rispose Rubini. Il Covo era un nome convenzionale da usarsi se necessario e indicava la casa di Lasagna. “Io procuro le pizze, tanto oramai conosco i sui gusti, lei non avrà difficoltà penso a procurare il Pinello, un poco di frutta secca, della grappa ghiacciata, che anch’io ho cominciato a bere di tanto intanto. Per il caffè troveremo una soluzione in loco. Cosa ne dice?”
“Ma, mi sembra perfetto e a che ora ci vediamo?”
“Imprevisti a parte sarò la alle diciamo: “alla solita ora”.
La solita ora era l’orario di riferimento da sempre convenuto e usato in situazioni particolari. Quello era un giorno particolare.
“Va bene” riprese Lasagna “e buon lavoro.”
E così fu! Alle 20,15 in punto il campanello di casa Lasagna suonò e al citofono una voce si presentò come: “Sono io sano e salvo.”
Quando il Vicequestore entrò Lasagna gli fece un abbraccio caloroso, anche se distanziato, fuori dal solito. “Complimenti Dott. Rubini, abbiamo saputo e festeggiato in ufficio l’importante riuscita dell’operazione Lupo Bianco, pensi che la notizia è stata ripresa anche nella televisione nazionale, proprio in questi istanti, dicendo che si è inferto un durissimo colpo al mercato delle droghe pesanti. Complimenti.”
“Beh, è andata bene e abbiamo messo in discussione un qualche cosa ai livelli alti ma come lei sa, a questi personaggi basta poco per riorganizzarsi, ma noi siamo qui, sani e salvi, loro sono in galera e spero ci restino a lungo. Noi eravamo convolti a latere, non operativamente, ma il nostro ruolo è diventato essenziale come coordinamento della visione complessiva. Diciamo che le gambe si trovavano tra Venezia, Treviso e Verona, ma a testa navigava da queste parti.”
Le pizze facevano bella mostra di sé, nei bicchieri il Pinello mandava riflessi luminosi e subito fu usato per un solenne brindisi al Lupo Bianco che restò argomento principe per tutta la durata della pizzesca cena fino a quando, sparecchiata la tavola, e nuovamente imbandita con noci, arachidi, fichi, piccole paste e ghiacciata Nardini, Lasagna disse: “Bene veniamo alla nostra semi-indagine termale, mi dica dott. Rubini, mi dica.”
Rubini sorseggio un po’ di grappa e con calma:
“Come lei, a quanto sembra, anch’io questa notte non ho dormito. Ciò che il Gatto e la Volpe ci hanno fatto toccare con mano è incredibile, apre uno squarcio enorme tra la realtà delle cose. tra quello che si dice siano da quelle che sono e quello che potrebbero essere se gestite in maniera diversa. Uno squarcio nei fatti, quelli concreti, quotidiani, nella legislazione, senza che vi sia all’apparenza una ragione precisa se non che nessuno prende colpevolmente in mano una situazione così interessante ed interviene a ricucire tale squarcio. La cosa è ulteriormente divaricante se si pensa che il nessuno esiste; sono istituzionalmente la regione e i comuni, almeno da lato pubblico, quello delle responsabilità e della programmazione.
E poi… quei 230.000 abitanti potenzialmente ‘riscaldabili’ lasciano un senso di incredulità e sconforto… se sono dati veri dovrebbero essere subito verificati e certificati dalle autorità con una seria indagine scientifica. Se penso che sul risparmio energetico, su una nuova economia compatibile e sostenibile ci stiamo giocando il nostro futuro avendo anche la possibilità di accedere a fondi preziosi mi chiedo se ci sia un soggetto che in questo momento stia pensando a presentare un recovery plan concreto per le terme… ma non lo vedo, non lo sento e questo mi abbatte ancora di più. Mi scusi dello sfogo, ma visto che ho portato la pizza me lo posso permettere.”
In quel momento Rubini guardò il Commissario con un amaro sorriso mulesco ritrovandolo esattamente in Lasagna come se si trattasse di un gioco di reciproci sorrisi muleschi rispecchiantesi.
“Capisco, capisco” riprese Lasagna “è lo stesso sconforto che coinvolge anche me e non credo di sbagliare nel dire che alberga, da molto prima che in noi, anche in Antonio e Giuseppe.”
“Già, Giuseppe e Antonio” disse Rubini “Brave persone, ho un certo senso di colpa per non aver invitato anche loro a questo nostro incontro ma al di là delle giornata particolare, alla fine mi sento sempre un Pubblico Ufficiale e certi sfoghi è bene rimangano tra di noi che abbiamo responsabilità diverse da loro. Mi sento rappresentante delle istituzioni anche se devo dire che proprio al loro interno si trova la causa dei nostri ritardi. La sua semi-indagine lo sta egregiamente dimostrando.”
Lasagna diventò serio, aveva già intuito il ‘sentire’ del Dott. Rubini ma quel parlare così schietto e accorato proprio non lo avrebbe immaginato. Guardò il Vice Questore con uno sguardo dolce, a riprova che anche un mulo ha sotto sotto questa capacità ‘simil-umana” e disse:
“Beh una critica gliela devo fare, io direi: nostra semi-indagine.” L’Oca Selvaggia era onnipresente.
Il dialogo procedeva ma il Commissario si accorse subito di alcune difficoltà da parte di Rubini, gli sembrava stanco o meglio, era stanco, data la giornata che aveva passato sicuramente di estrema tensione.
“Dott. Rubini” disse Lasagna “La vedo stanco forse sarebbe meglio tornasse a casa, in fin dei conti quello che dovevamo dirci ce lo siamo detto e anche la grappa mi sembra abbia avuto la sua soddisfazione.”
Rubini lo guardò con un sorriso e:
“Si ha ragione, ma un’ultima cosa, magari velocemente gliela devo dire. Vede, domenica pomeriggio avevo del tempo libero e mi sono rimesso a guardare il materiale che abbiamo accumulato durante la semi-indagine rileggendo qua e là, in particolare quegli argomenti che abbiamo sfiorato e non approfondito del tutto. Ho ripreso in mano anche la legge sulla geotermia ed ho avuto un dubbio terribile in relazione ad un parametro ivi contenuto…”
Lasagna intervenne. “Parla per caso dei 20 Mega watt?”
Rubini si ‘risvegliò d’un tratto “Lo ha notato anche lei? Anche lei ha il mio stesso dubbio.”
“Non so se sia esattamente lo stesso dubbio, ma il problema esiste; lo dovremo approfondire per bene con competenze diverse, più specifiche, anche perché, se i nostri dubbi fossero sostenuti legalmente potrebbe trattarsi, uso parole pesanti ma per ben chiarire la portata del tutto, di un ‘pesante danno della Regione Veneto ai danni dello stato e di noi cittadini’ o comunque di una ‘non corretta gestione’ della geotermia nel BIOCE.
Voglio essere più chiaro: un altro aspetto di una possibile illegalità asintomatica. Abbiamo sempre letto che era vietato l’uso dell’acqua termale che non fosse prettamente terapeutico e poi si usa una quantità d’acqua tale da poter potenzialmente riscaldare 70.000 appartamenti anche se il calcolo è indicativo, senza riferimenti alla geotermia… qualche cosa non funziona proprio.”
Rubini era silenzioso ma annui lentamente. Si alzò, era effettivamente molto stanco, inviò un breve squillo con il suo telefono ad un cellulare e disse:
“Commissario, la ringrazio per la bella serata e mi scusi per il disturbo ora vado, il sempre presente Maresciallo Cristorofolo mi sta aspettando di sotto. Sa, hanno deciso che per un certo periodo io e mia moglie dobbiamo avere le spalle coperte. Ho accettato solo per lei, per darle un senso di sicurezza, oramai da un certo periodo è sempre meno consenziente con ciò che il mio lavoro comporta e si preoccupa oltre modo, ma per lei è il giusto modo, anzi a volte mi dice di smetterla e, sarà la vecchiaia che avanza o altro, devo dire che in certi momenti mi viene il dubbio possa avere anche una qualche ragione.”
Lasagna accompagnò il Vice Questore fin giù dalle scale precedendolo, controllando che tutto fosse in ordine e lo salutò solo quando giunse alla porta il Maresciallo Cristorofolo.
“Buona e serena notte Dott. Rubini a lei e alla Signora.”
Lasagna risalì le scale e rientrato nel suo appartamento mise sul tavolo la pistola che, senza Rubini se ne fosse accorto, aveva preso con se per accompagnarlo fino al portone d’ingresso, pistola che contrariamente alla normalità era rimasta tutta la sera pronta per l’uso.
L’indomani il Commissario avrebbe voluto telefonare al Gatto e alla Volpe i contenuti emersi nell’incontro con il Vice Questore ma non lo fece per i seguenti motivi:
- Voleva rispettare le sensibilità del Dot. Rubini.
- Pensava di poter disturbare il piano di lavoro che il Gatto e la Volpe stavano portando avanti distogliendoli verso altre prospettive al momento meno concrete.
- Pensò che se quanto detto con Rubini aveva delle basi solide prima o poi sarebbe comunque emerso magari sotto altre forme.
Infatti… quella sera verso le 20,30 il telefono di Lasagna suona e sul display appare il nome di Giovanni, il gatto.
“Buonasera Giovanni.”
“Buonasera Commissario.”
“Cosa mi racconti di nuovo.”
“Vede Commissario, la chiamo anche a nome di Giuseppe, avremmo bisogno del suo parere personale su una questione. Lo chiediamo a lei separatamente perché non vorremmo involontariamente andare a toccare suscettibilità del Dott. Rubini che abbiamo visto essere sempre molto ligio e cauto quando si affrontano alcuni temi; insomma con lei ci sentiamo più a nostro agio.”
Il Mulo felpato prendeva atto che per via della felpatezza anche il Gatto e la Volpe non scherzavano.
“Dimmi Antonio, dimmi, cosa è successo, qual è il dubbio che avete?”
“L’altro giorno il Dott. Fredo ci ha chiesto quando intendevamo fare un’altra visita all’albergo e noi gli abbiamo risposto che per adesso ritenevamo più che sufficiente ciò che avevamo potuto conoscere ringraziandolo ancora per la disponibilità dimostrataci. Siamo rimasti d’accordo che ci saremmo fatti vivi all’occorrenza.”
“Bene, che problemi vi sono… mi sembra cosa plausibile.”
“In realtà” riprese Giovanni “ci eravamo preventivamente preparati questa risposta.”
“Cioè?”
“Il cioè non è semplice da spiegare ma abbiamo paura di andare contro alla disponibilità dimostrataci dal Dott. Fredo.”
“Forse non capisco.” Disse Lasagna.
“Vede Commissario a noi pare oramai evidente che esistano delle cose irregolari, molto irregolari nella gestione dell’acqua termale. Ci sembra evidente dipendano da quella che lei ha spesso definita come illegalità asintomatica che noi abbiamo specificato come ‘di sistema’. Questa è l’idea che ci siamo fatti.”
“Idea condivisibile” riprese Lasagna “ma il problema dove sta?”
“Sta nel fatto che se entriamo troppo nella specificità dell’albergo del Dott. Fredo rischiamo di vedere molte cose con un’ottica sbagliata, non completa, scaricando magare le colpe o gli errori là dove invece non sono altro che conseguenza di cose che succedono altrove. Serve un poco di riflessione generale su quanto fino ad oggi abbiamo visto, in alcuni casi per la prima volta, in modo specifico.”
“Mi sembra di capire” disse Lasagna “e quindi?”
Giovanni scoppiò in una risata e: “Noi chiediamo un suo parere e lei ci risponde prima con ‘Cioè’ e ora con ‘E quindi’? Troppo comodo, per fortuna che ci abbiamo già pensato. Da lunedì prossimo tenteremo di allargare il raggio delle nostre riflessioni partendo anche dall’alto in modo che quando incontriamo i dati che arrivano dal basso ci troviamo in una situazione di maggiore comprensione.”
Lasagna si mise a ridere.
“Non ho capito un gran che ma se a voi va bene, va bene anche per me e sono sicuro anche per Rubini. La riflessione penso sia esigenza di tutti. In fin dei conti è quello che stiamo facendo solo che le novità emerse sono tali che ci impediscono all’oggi di affrontarle con più serenità e conoscenza ma siamo sempre all’opera e quindi un poco alla volta, passo dopo passo, ci arriveremo e non saranno certo queste le ultime novità, altre ne verranno. Penso poi che sarete d’accordo se in questi giorni informerò in via amichevole anche il Dott. Rubini delle vostre riflessioni, sono sicurò ne sarà contento. Buona serata Antonio.”
“Buona serata Commissario e grazie.”