Fantasmi e vittime
Alle 16 in punto squillò il campanello di casa, Lasagna aprì la porta e Giuseppe entrò trovandosi di fronte un sorriso mulesco che a denti stretti diceva:
“E la moglie cosa ha detto di questo supplemento di lavoro?”
“Clara, non ha detto nulla è abituata, l’ha presa come un’iniziativa di volontariato civico.”
Sorridendo si recarono al tavolo di lavoro dove già c’era la moka e i biscottini semi dolci. Lasagna fece una considerazione.
“Sai Giuseppe, l’immagine del fantasma, riferito alla tabella dei parametri ma probabilmente non solo, mi ha colpito! Credo esprima una verità vera: più fantasmi che circolano come le ombre che Maigret vede affollare la chiusa.
In questo caso sono la costellazione dei regolamenti, più li leggi e li verifichi nella loro attuazione e più ti sembrano impalpabili, ombre rispetto a ciò che succede. Fantasmi.”
“Si lo penso anch’io e dobbiamo fare il possibile perché i fantasmi si materializzino, vengano allo scoperto e possano essere gestiti al meglio, dobbiamo essere degli acchiappa fantasmi.”
“Già, già” Riprese Lasagna tra il divertito e il pensieroso.
“Potrei vedere le Tabelle 3a e 5 dell’allegato 5, della Parte terza del Decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 – Norme in materia ambientale, se non vado errato?”
“Facile a dirsi, meno a farsi!” Riprese Giuseppe
“Come vedi è difficile solo a dirlo, sembra uno sciogli lingua. Ci vuole pazienza e le conoscenze specifiche per materializzare i fantasmi. Quindi fammi prima parlare sul secondo punto delle note che ti ho preparato e poi credo vedrai un poco di luce e qualche fantasma in meno.”
Lasagna si trovava spaesato, non connetteva, non gli restò altro che dire. “Va bene continua.”
Il secondo punto: definizioni inesatte?
Giuseppe riprese in mano i suoi appunti e cominciò.
“Una premessa sulla scelta che ho fatto per presentarti questa seconda serie di problemi. Ho tralasciato tutte le normative europee, regionali e provinciali che insistono sul bacino termale per due motivi, il primo è che rispetto al nostro problema e ai parametri di riferimento delle tabelle sugli scarichi delle acque termali non potrebbero che inasprirli ma non modificarne il senso e il secondo è che si aprirebbe una finestra nella nostra quasi-indagine difficilmente richiudibile in poco tempo: presupporrebbe ancora altre competenze oltre le nostre, sicuramente le mie, si andrebbe troppo per le lunghe, ci perderemmo tra le nebbie con grande allegria dei fantasmi.”
Lasagna annuì, concordava sulla scelta, e cominciò a prendere appunti utili per relazionare al Dottor Rubini anche su questo punto.
Giuseppe riprese.
“Mi atterrò strettamente a quanto previsto nel Piano comunale delle acque di Abano in relazione agli scarichi termali e alla fognatura (su quello di Montegrotto nulla conosco e da quanto hai detto mi sembra che nulla ci sia su questo punto. Magari in un futuro potremo meglio approfondire).
Nel Piano a pagina 33 troviamo scritto:
- ‘Il comune di Abano Terme possiede una complessa rete di fognatura bianca e mista. La particolarità di questa rete è (la) commistione con i numerosi scarichi di acqua termale soprattutto nel centro del comune dove si sviluppa l’area alberghiera. (…) (la) rete di fognatura accertata in fase di rilievo è pari a circa 74.2 km. Questa lunghezza di divide in 66,7 km di fognatura bianca e 7,5 km di fognatura mista’ “
A SPECIFICA DI CIO’ Lasagna riportò una foto presa dal piano.
PER ALLARGARE LA FOTO CLICCARE QUI
“Qui va fatto un chiarimento altrimenti su quanto sopra scritto i fantasmi la fanno da padroni. Cosa significa: “complessa rete di fognatura bianca e mista.” Ti ricordo che solitamente per mista si intende una unione di rete bianca + rete nera.
- “La particolarità di questa rete è (la) commistione con i numerosi scarichi di acqua termale soprattutto nel centro del comune dove si sviluppa l’area alberghiera.”
Ora poiché l’acqua termale non può essere scaricata in rete nera e quindi nemmeno nella mista, la commistione denunciata dovrebbe riferirsi solo alla rete bianca con l’acqua termale. La cartina allegata al piano ci aiuta a capire se abbiamo ben inquadrato il problema, ed è comunque una conoscenza grafica e quindi più esplicativa. Va anche detto che ho sempre ritenuto e ancora ritengo che ad Abano ci sia anche la fognatura nera ma… anche qui tralascio altrimenti torneremmo nel mondo dei fantasmi.
Meglio dunque partire dai fatti che ci vengono presentati come reali, se poi non lo sono la responsabilità ricade non sui fantasmi ma su chi si è preso la responsabilità di presentarli o eventualmente, ma non credo, in una nostra cattiva interpretazione.”
“Già!” Intervenne Lasagna. “Vedremo, a interpretare queste cose, trattandosi di acqua, a volte ci vorrebbe un rabdomante!”
Giuseppe sorridendo riprende dagli appunti.
“Nella cartina è rappresentata graficamente una situazione per cui ad Abano vi sarebbe a dire loro, una fognatura termale-bianca. Questa definizione non esiste in nessuna legge (è un fantasma), semmai la legge prevede che le acque termali possano scaricare sulla fognatura bianca, anche se, poi di fatto, ad Abano, non esiste nemmeno questa fognatura bianca poiché non vi è un troncone unitario di fognatura che convogli tutte le acque così dette bianche e quindi quelle termali verso un unico punto. Sarebbe più corretto dire che in una parte di Abano, dove vi sono alberghi, si trovano vari tronconi di fognatura bianca dove convergono anche le acque termali scaricando il tutto, nel nostro caso, nei fossi gestiti dal Consorzio di bonifica.”
Lasagna chiese un attimo di pausa, bevette un sorso di caffè, aveva uno sguardo sconsolato, sembrava che dai suoi occhi uscissero decine di punti interrogativi.
Giuseppe sorrise e con la mano sinistra gli fece il segno di pazientare: “Ancora un minuto e arriviamo alla famosa tabella”. Il Commissario si riaccomodò sulla sedia, fece una smorfia da mulo paziente e felpato dicendo: “Va bene, va bene.”
Giuseppe gli mostrò la cartina del Piano e seguendola con il dito indice:
“Come può vedere quella che definiscono fognatura termale non è altro, come ho detto, che tronconi di fognatura ‘bianca’ che in più punti scarica nei fossi. Se così è allora possiamo tornare al famoso alla Tabella 5 dell’allegato 5 della Parte terza del Decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 – Norme in materia ambientale– e rispondere ai tuoi interrogativi.”
Per vedere l’allegato 5 della tabella 5 CLICCARE QUI
Lasagna senza dire niente si alzò di scatto e usci dallo studio e mentre l’amico non sapeva come spigarselo ritornò immediatamente con un bottiglia d’acqua fresca che aveva messo in frigorifero e due bicchieri. “Mica possiamo sempre andare avanti a caffè… rischiamo un supplemento di nervosismo presente già di per sé.” Sorrise e passò un bicchiere d’acqua a Giuseppe che la gradì vista la velocità con cui la bevette e ora la sua voce era anche più chiara.
“Procediamo con ordine. Abbiamo visto che con la nuova normativa vi sono più possibilità di scaricare le acque termali e, a questo punto, andiamo a leggere cosa prevede la Tabella 5 che va ricordato è di carattere generale, non relativa solo alle acque termali. Al suo interno vi sono situazioni diversificate da adattarsi alle varie situazioni, per noi, le acque termali.
Tabella 5. Sostanze per le quali non possono essere adottati limiti meno restrittivi di quelli indicati in Tabella 3, per lo scarico in acque superficiali [1] e per lo scarico in rete fognaria [2], o in tabella 4 per lo scarico sul suolo.
“Segue?”
Con il dito indicò il testo in modo che Lasagna potesse meglio seguirlo.
“Si certo seguo.”
Allora faccia attenzione al punto 1 e al puto 2. A seconda di come la si vuol interpretare abbiamo per le terme, a mio avviso, due tabelle diverse.”
“Santa pazienza!” Esclamò Lasagna e disse:
“Qui abbiamo a che fare con i fantasmi di una fangosa palude termale… mi verrebbe voglia di mettere in moto le volanti e le sirene… ma su quel terreno si impantanerebbero anche loro.”
Guardò Giuseppe con un sorriso bonario che tuttavia nascondeva qualcosa di tipicamente mulesco. L’amico capiva il suo stato d’animo e tese a rasserenarlo.
“Se fossimo in mezzo ai giovani, con il loro linguaggio ti direi: tranquillo. Ti propongo quindi di fare un breve riassunto di quello che abbiamo visto e imparato da questa mattina, penso potrà aiutarci:
- Con il Decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 – Norme in materia ambientale – si è modificata completamente la situazione degli scarichi termali.
- Da quel momento, l’acqua termale può essere scaricata 1) in corpi idrici superficiali, 2) sul suolo o negli strati superficiali del sottosuolo, 3) in reti fognarie 4) in reti fognarie di tipo separato previste per le acque meteoriche con varie modalità relative alla sicurezza ambientale.
- Tali modalità vengono definite sostanzialmente nella Tabella 5, dell’allegato 5 del Titolo terzo dove vengono inquadrati esplicitamente i vari tipi di scarico.
Ecco siamo giunti alla Tabella 5 dell’allegato 5 che al suo interno prevede in generali tre opzioni, io penso che la n.2 sia quella che si addice agli scarichi termali di Abano e probabilmente anche di Montegrotto. Ora è chiaro? In ogni caso se fosse giusta una delle altre due opzioni cambierebbero solo i parametri di riferimento per gli scarichi.”
Lasagna versò dell’acqua per l’amico e per sé, ne bevve un goccio con estrema lentezza, quasi stesse degustando il suo amato Pinello, alzò gli occhi al cielo e disse:
“Mi sembra sia chiaro.”
“Bene procediamo.” Giuseppe ne approfitto per un goccio di caffe e riprendere i suoi appunti.
“Se così è, vediamo cosa dice il punto due della Tabella 5.
Per quanto riguarda gli scarichi in fognatura, purché sia garantito che lo scarico finale della fognatura rispetti i limiti di tabella 3, o quelli stabiliti dalle regioni, l’ente gestore può stabilire per i parametri della Tabella 5, ad eccezione di quelli indicati sotto i numeri 2, 4, 5, 7, 14, 15, 16 e 17, limiti di accettabilità i cui valori di concentrazione superano quello indicato in Tabella 3.
Ecco: il fantasma si materializza, tra una nebbia fittissima di numeri, ma si materializza e appare che i parametri di riferimento da rispettare e su cui fare i controlli sono quelli previsti dalla Tabella 3 dell’allegato 5 del titolo terzo del Decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 – Norme in materia ambientale –.
PER LA TABELLA 3 CLICCARE QUI
Giuseppe guardò Lasagna tra il divertito lo sconfortato ma così era e niente ci poteva fare.
Lasagna alzò le mani al cielo in posizione di preghiera; forse supplicava Padre Leopoldo di aiutarlo a portare pazienza e rivolgendosi all’amico disse: “Che facciamo ora?”
La risposta giunse rapida.
“Penso che potremmo discutere per ore sulla specificità di Abano e Montegrotto, sui tipi di parametri della tabella, su cosa possa volere dire praticamente la loro applicazione, ma andremmo oltre alla sua esigenza di fare un quadro generale: quelli sono e quelli vanno applicati, con le conseguenze del caso, e controllati
Potremmo discutere come mai dopo 14 anni dell’esistenza di questa normativa i regolamenti di Abano e Montegrotto siano colpevolmente fermi al 1990 (trent’anni fa dalla loro stesura e più di 40 dai loro presupposti) e non siano stati per lo meno aggiornati.
Preferisco tuttavia chiuderla qui e passare al terzo blocco delle riflessioni che mi ero preparato, quelle sulla documentazione.
Se mi permetti prima però voglio solo sottolineare un aspetto di quanto scritto nella Nota 2 della Tabella 5, una sottolineatura che tende ad evidenziare le specificità di questo bacino termale e di come avrebbe bisogno di una normativa ad hoc, moderna in linea con le innovazioni, con la legislazione e con adeguati finanziamenti.
Nella Nota 2 troviamo scritto che gli scarichi delle acque termali sono possibili “purché sia garantito che lo scarico finale della fognatura rispetti i limiti di tabella 3.” Questo vuol dire che in ognuno dei vari spezzoni di fognatura bianca di Abano, in cui convergono le acque termali, e che vanno a scaricare nei fossi, ognuno di questi avrebbe bisogno nel punto di scarico di una stazione di monitoraggio con le modalità nei tempi e nei parametri previsti dalla legge o, cosa più innovativa, questi due comuni avrebbero bisogno di un unico collettore termale attraverso il quale recuperare preziosissime risorse energetiche e non solo, ma a volerla dire tutta e fini in fondo, avrebbero bisogno do razionalizzare e centralizzare la captazione dell’acqua termale”
Lasagna istintivamente guardò l’orologio: erano le 18,30 e si rivolse a Giuseppe:
“Questo è un ordine! Poiché sono d’accordo con la tua proposta di chiuderla qui e di passare al terzo punto e visto che ci vorranno, penso, ancora un paio d’ore lei è obbligato a mangiare una pizza con me questa sera e ce la facciamo portare qui così possiamo discutere se del caso, e se ti va, fino a tardi.”
Giuseppe non ebbe il coraggio di dire di no. Telefonò alla Clara per avvisarla e poi disse: “A me una pizza battuta con mozzarella di bufala, sfilacci di cavallo e funghi porcini è una Menabrea da 75 CL.”
Lasagna concordò su tutto e immediatamente ordinò per telefono due pizze uguali con birre uguali per le 20,45.
CI VEDIAMO VENERDI PROSSIMO CON “LE VITTIME E LE PROVE DEI DELITTI”