Le terme e le indagini del Commissario Lasagna

Gli alberghi prima, durante e dopo il Covid.

(Parte prima)

Tutto non sarà più come prima.

Già… ma prima com’era?

 

Quella settimana vi fu un fitto scambio di telefonate tra Giovanni-Giuseppe, e tra Giovanni-Lasagna. Il dato del contendere non era semplice: fare un altro passo per uscire dai luoghi comuni e false conoscenze sulle terme ed entrare nella realtà dei processi, delle cose come concretamente avvengono nei modi e nei tempi.

Ciò che stava accadendo nelle aziende termali con il Covid era preoccupante non solo per la situazione economica, la difficoltà degli alberghi degli operatori turistici e dell’indotto e dei lavoratori dipendenti, come del resto in tutto il ‘mondo’ ma ciò che lasciava perplessi era il modo diverso in cui i singoli alberghi si comportavano con le aperture o chiusure degli stessi.

 

La storia che tutto era colpa del Governo qui era difficile da applicare, nulla centrava anche perché il responsabile che autorizza e controlla l’apertura di un albergo è per legge il Sindaco il quale, sarebbe cosa ben strana, non può autorizzare ad personam. Quindi: o aprivano tutti o chiudevano tutti, pensava Giovanni, non poteva essere che per lo stesso periodo c’era chi lo faceva e chi no, a meno che ciò non dipendesse dalle singole volontà o scelte di gestione dell’ imprenditore che, pur potendo aprire, riteneva di non farlo e, comunque, non era sostenibile il contrario, cioè aprire se non lo si poteva fare. E invece, anche durante le chiusure totali previste dal look down, alcuni alberghi rimanevano aperti o quantomeno promuovevano le aperture dando un’immagine raffazzonata e distorta di Abano e Montegrotto.

 

Si erano determinate tre fazioni.

Il tutto si basava su una mala interpretazione e/o comunicazione (oggi va di moda dire così) relativa al fatto che essendo gli alberghi ‘presidi sanitari’ potevano rimanere aperti e quindi pronti per proporre entusiasmanti fine settimana in ambiente protetto con prezzi da non perdere. Il ragionamento che circolava era il seguente: se l’acqua è termale vuol dire che fa bene, se fa bene è curativa, se è curativa le piscine termali sono terapeutiche e quindi presidi sanitari e, dulcis in fundo, possono essere usate: quindi alberghi aperti. Logica interessante ma non corretta.

 

Le tre fazioni erano più o meno le seguenti:

  • c’era chi teneva chiuso l’albergo per scelte aziendali, riteneva non convenisse economicamente rischiare di aprire a spizzichi e bocconi, magari solo i reparti cura, e attendeva momenti più sicuri.
  • chi promuoveva l’apertura anche durante il look down facendo di fatto una propaganda ingannevole in particolare per i fine settimana come possibili e in un ambiente sicuro quale ‘presidio sanitario’.
  • chi apriva seguendo correttamente le indicazioni che probabilmente arrivavano dalla prefettura e dalle associazioni di categoria. Antonio pensava fossero pressappoco queste: gli alberghi termali possono rimanere aperti per tutta la parte sanitaria (bisogna ricordare che negli alberghi termali si fanno molte altre cose non solo terapeutiche); parte sanitaria che per essere effettuata deve avere una prescrizione medica e che si basa sostanzialmente sui fanghi, sui bagni termali (quelli nei camerini) e altre cure quali inalazioni.

In questa modalità gli alberghi potevano rimanere aperti comprendendo anche dove richiesto, il soggiorno e pernottamento di chi faceva la fangoterapia. Non era sicuramente molto ma alcuni imprenditori lo valutavano comunque meglio di niente e in fin dei conti i reparti cura rimanevano in movimento, vi era vita. Non c’è niente di più triste vedere un’attività, qualsiasi attività, rimanere chiusa. Questa scelta di apertura dell’albergo dipendeva probabilmente anche dalla dimensione e/o dalla conduzione famigliare dello stesso e, ancora una volta, il piccolo si dimostrava forse più duttile.

 

Ma nel territorio era presente un altro problema che aveva fortemente coinvolto il Gatto e la Volpe e del quale avevano già, seppur a margine, investito Lasagna, anzi, per essere muratori e idraulici era a loro ‘caro’, ricordava la loro esperienza lavorativa.

Giuseppe era stato chiamato da un amico a vedere il fatto che nella sua casa, oramai da circa un anno, l’acqua usciva da sottoterra a livello di interrato, anche in momenti di ’secco’, e ciò non era mai accaduto almeno nei 25 anni in cui lui vi abitava. Giuseppe era convinto che fosse frutto del fatto che il look down, avendo ridotto l’attività degli alberghi, aveva ridotto anche l’emungimento dell’acqua termale la quale risaliva in superficie, almeno nella zono più basse, facendo pressione verso le falde superiori alzandone il livello piezometrico. Problema non semplice da comprendere e verificare con i dati a disposizione ma comunque problema intrigante e curioso.

 

Erano queste le problematiche oggetto delle telefonate che però avevano alla base due punti che Antonio poneva con insistenza a Lasagna: come procedere con la semi-indagine e ‘cosa ne avrebbe pensato’ il Dott. Rubini.

Sul primo punto Lasagna non poteva che riproporre la sua filosofia da mulo felpato: passo dopo passo facciamo un altro passo che esplicitava con queste parole:

Forza Antonio. Mi dici che avete ancora diverso materiale interessante… allora? Presentatelo in forma comprensibile inquadrandolo, se possibile, in ‘ambiti semantici’ come avete già brillantemente fatto cercando le reserà materiale interessante.”

Sul secondo punto, quello relativo a cosa ne può pensare il Dott. Rubini, appariva evidente il costante rispetto che i il Gatto e la Volpe avevano nei sui confronti e il timore di presentare cose inesatte o scarsamente sostenibili. Ancora una volta il mulo disse:

Forza Antonio” Ora il capitano sei tu e, come vi ho già riferito in passato, Rubini ha piena fiducia in voi, mi sembra ce lo abbia anche esplicitato. Se hai notato, ultimamente è intervenuto con proprie posizioni e devo dire che in qualche modo è una novità di atteggiamento anche per lui. Sta scoprendo sempre più che la nostra semi-indagine lo avvince e lo appassiona e poi… te lo assicuro, che se ci fossero cose che secondo lui non vanno in quello che diciamo, non di giudizio ma di merito, non avrebbe timore a farcelo sapere, magari di sponda, ma non starebbe zitto.”

 

Ovviamente Lasagna, in una delle pause caffè lavorative informò velocemente il Dott. Rubini del contenuto delle telefonate e il Vice Questore scoppiò in una risata mulesca (oramai l’aveva imparata bene).

“Meno male che c’è ancora qualcuno che mi ‘teme’!” Disse.

Dal canto suo Antonio si sentì rassicurato e ricaricato dalle parole di Lasagna tanto che il lunedì senza nemmeno attendere l’apertura dell’incontro da parte del Commissario iniziò immediatamente con:

Buonasera, sono qui

Il Dott. Rubini intervenne.

“Molto bene, abbiamo un nuovo comandante, la nave può salpare.”

Lasagna non credeva a quello che sentiva ma ne era profondamente felice, l’Oca Selvaggia non navigava più a vista ma aveva rotte sicure da praticare.”

 

Antonio iniziò la sua relazione.

“Inizio riportando ancora una volta lo schema di lavoro che ci siamo dati.

 

Affronteremo in punto 4 con due specificazioni: il termine contraddizioni va strettamente a legato a quello di relazioni e a quello di presenti. Tenterò anche qualche veloce considerazione sulla socialmente difficile fase Covid.

Dovendo poi parlare di un albergo in particolare, per facilità e anche perché così mi piaceva, mi sono inventato un nome di fantasia: l’ho chiamato l’albergo Farina, augurandomi che il Dott. Fredo non abbia nulla da ridire.

 

Ora nel presentare il nostro ritorno all’interno dell’Albergo Farina, dobbiamo avere sempre l’accortezza di collegare ciò che li avviene con il sistema termale ‘oggi’ (sincronicamente) e nel suo ‘movimento storico passato e di possibili futuri’ (diacronicamente). Solo così possiamo analizzare i dati come valore di senso (semantico).

Per questo motivo richiamo tre grafici già precedentemente visti che focalizzano un cuore del problema termale oggi, la modifica della clientela delle terme e la crescente ‘emarginazione’ dell’aspetto curativo dalle stesse, certificato dalla stagnazione delle presenze, di fatto ferme  a 47 anni addietro in controtendenza rispetto agli arrivi che hanno sempre avuto un loro andamento positivo.

 

Le presenze e gli arrivi negli ultimi 60 anni

 

Ma è il prossimo grafico, che mostra l’andamento delle presenze negli ultimi 20 anni ricordando che rispetto al 2015, anno in cui il grafico si ferma (media presenza giornaliera =4), essa è ulteriormente diminuita a 2,9.

 

 

 Qual’ è oggi la situazione dell’Albergo Farina? Ricordando che rappresenta una fascia alta della nostra termalità relativamente alle cure”.

Nello schermo apparve la seguente tabella e relativo diagramma.

Nel 2019 (ultimo anno pre Covid) sono arrivate 8.960 persone per un totale di 45.000 presenze, un rapporto presenze/arrivi molto alto rispetto alla media del bacino che è pari a 2,9. Questo è l’effetto delle cure che per essere effettuate allungano il ‘loro soggiorno’ (il soggiorno di cura) mediamente attorno agli 7/8 giorni.

Osserviamo che i periodi di maggiori arrivi corrispondono anche a quelli di maggior presenza e sono aprile maggio (prima stagionalità) e settembre, ottobre, novembre (seconda stagionalità) anche se, dalle presenze, le cure si riscontrano nel Farina in tutto l’anno e con una loro presenza relativa importante: vedi dicembre. Come abbiamo detto, questo è un albergo particolare con una sua storia consolidata nelle cure, sarebbe interessante poter avere i dati di almeno una decina di alberghi suddivisi magari per categoria e tipologia di clientela.

 

Interessante” disse Lasagna.

Rubini si associò con un “Certo, certo”

Si sentiva che l’Oca Selvaggia affrontava delle questioni nuove.

 

Antonio, pur intuendo le esigenze presenti che probabilmente necessitavano di qualche approfondimento, riprese.

“Se portiamo un poco di pazienza ci sono altre informazioni con le quali magari dopo potremo fare una riflessione più generale. Intanto procedo

Tolse le foto dallo schermo e continuò.

“Ricordo a tutti che stiamo cercando l’esistenza di contraddizioni nella gestione geotermica degli alberghi e in particolare se effettivamente l’acqua termale è utilizzata per le cure. Abbiamo già visto che questo, nell’analisi dei flussi interni dell’acqua nell’albergo Farina, sembra non essere ma potremmo trovarne un’ulteriore verifica partendo da un altro punto di vista. In ogni caso il nostro lavoro ci farà meglio conoscere la realtà termale.

La domanda è quali sono le cure e quante sono? E poi, quali di esse hanno un rapporto diretto quali-quantitativo con l’acqua termale?

Come abbiamo detto negli alberghi si fanno diversi tipo di interventi curativi e salutari, in pratica tutto ciò che i LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) prevedono e sono compatibili con un albergo oltre a quello che per definizione appartiene ad una SPA. Ciò che a noi interessano sono gli interventi riconosciuti curativi che ne fanno quindi un ‘presidio sanitario’ e sui quali è possibile-indispensabile l’utilizzo a tale scopo, dell’acqua termale.

 

Tali interventi sono

La fangoterapia (fango+ bagno termale)

I bagni termali

Le inalazioni

Sicuramente anche altre cure ma queste sono le fondamentali. Le prime due hanno un rapporto diretto con la quantità di consumo dell’acqua termale l’ultima, le inalazioni, da questo punto di vista, le possiamo definire come irrilevanti dato il volume d’acqua di cui necessitano rispetto alle prime due.

Vedremo ora queste cure al Farina quando, quante sono e chi le effettua.”

Ancora una volta una tabella e un digramma apparvero sullo schermo.

 

Nella tabella appaiono per mese la somma delle tipologie di cura ‘fango + bagno termale’ e ‘bagno termale’

 

La cosa interessante da notare è la suddivisione tra cliente ‘privato’ e cliente ‘pubblico con impegnativa’.

La dizione ‘privato’ (colore verde) sta a rappresentare per la stragrande maggioranza i clienti tedeschi che vengono privatamente, pagano loro direttamente, poi si fanno rimborsare le cure termali dal loro Servizio Sanitario Nazionale o dalle loro assicurazioni mentre il soggiorno è a carico dei singoli, come da noi del resto. Quindi leggendo la tabella possiamo capire in quali periodi arrivano i tedeschi che al Farina hanno una loro presenza storica consolidata.

La dizione ‘pubblico con impegnativa’ (colore rosso) sostanzialmente indica i curandi italiani che vengo o per la stragrande maggioranza con l’impegnativa del nostro Servizio Sanitario nazionale ai quali, tiket escluso, la cura termale è gratuita (fango+bagno- bagni), ma anche per gli italiani il soggiorno è a loro carico.

 

Se confrontiamo i due diagrammi le cose assumono altro aspetto, più complesso e articolato

 

 

  • Le due stagionalità (Pasqua) e (settembre) restano ma la prima stagionalità vede una grande preminenza di curandi tedeschi (verdi nel grafico) rispetto agli italiani (rossi nel grafico), mentre la seconda stagionalità vede una maggioranza seppur meno marcata di italiani.
  • Da notare è il fatto che rispetto alla fangoterapia il mese di giugno è marcatamente tedesco e quello di novembre marcatamente italiano.
  • I mesi di gennaio e marzo hanno presenze prioritariamente non di cura (in febbraio il Farina rimane chiuso).
  • Dicembre + gennaio rappresentano le festività invernali e quando si parla di alberghi pieni, almeno per il Farina questo non sembra essere vero se si osserva il fenomeno in ambito mensile. In realtà è ‘un pieno’ concentrato in pochi giorni e comunque supportato da presenza di cura. (Sottolineiamo che questo può essere una specificità tipica di alberghi simil-Fraina.)
  • Vi sono poi altri curandi che non possono essere inquadrati solo tra i tedeschi e gli italiani ma i dati a nostra disposizione non ci permetto all’oggi di distinguerli anche se riteniamo siano relativamente pochi, in questo albergo, rispetto a quelli di queste due nazionalità.

 

Il tempo era trascorso in silenzio senza che nessuno intervenisse, lo stesso Lasagna non si era reso conto dell’ore raggiunta: le 22,40. Con un colpo di tosse attirò l’attenzione.

“Vi siete accorti che ore sono? Abbiamo già superato il limite previsto? Cosa facciamo?”

Antonio tolse i diagrammi dal video e disse:

Vi chiederei ancora un poco di attenzione, vorrei finire questa parte relativa alle cure ed alle presenze in modo che il prossimo lunedì lo possiamo dedicare unicamente a ciò che oggi abbiamo visto collegandolo al consumo di acqua termale.”

Lasagna non sentì alcuna contrarietà alla proposta e decise una brevissima pausa caffè, o altro, dopo la quale Antonio riprese il suo ragionare.

 

Penso sia giusto dare una visione anche dell’altra ‘cura’ sicuramente prevista dal Servizio Sanitario Nazionale che tuttavia ha un impatto quantitativo molto relativo sulla quantità di acqua termale usata, mentre sulle presenze ha una sua significatività. Si tratta delle inalazioni.”

Le inalazioni ammontano a 3.327 all’anno rispetto alle 8.594 relative alla fangoterapia e bagni termali per un totale di 11.926 presenze di cura.

Ricordiamo che le presenze totali (cura e non) nel 2019 sono 45.000.

Nello schermo apparve ancora una tabella e un grafico.

Se guardiamo il loro andamento è simile alle precedenti stagionalità anche se vi è una loro forte presenza nel mese di agosto e una loro preminenza relativa in ottobre e novembre e comunque nella seconda parte dell’anno.

Anche per le inalazioni vale quanto detto per le altre cure dove come privati sono definiti sostanzialmente i tedeschi e in misura molto minore qualche altra ‘nazionalità’. Per le pubbliche il riferimento è pressoché agli italiani.

Antonio mise sullo schermo un altro diagramma che dava una visione completa di tutte le cure e dove appariva chiaro che le cure ‘non italiane’ la facevano alla grande da padrone nella ‘prima stagionalità’ pur marcando una loro significativa presenza anche nella seconda.

Possiamo ora fare alcune riflessioni generali:

  • Se come abbiamo sostenuto l’uso dell’acqua termale è autorizzato per legge solo per scopi terapeutici, questi a stretto rigore rappresentano 11.926 presenze su 45.000 pari al 27%.
  • Dal punto di vista economico una presenza ‘di cura’ ha un valore maggiore che una presenza di semplice soggiorno: da una parte perché introita il costo delle cure (sia la parte riconosciuta dai vari Servizi Sanitari Nazionali che quella, se richiesta, pagata in proprio) e dall’atra perché i costi di un arrivo che soggiorna per otto giorni è sicuramente meno costoso, come gestione di scala, di quella di un arrivo per 3 giorni (a parità di tariffa).Queste presenze possono usufruire anche di altre cure riconosciute non strettamente legate all’acqua termale quale i massaggi che pur essendo a pagamento possono essere detratti dalle tasse.
  • Vi sono poi i servizi relativi alla SPA e consimili, non prettamente curativi e che sono usati in parte anche dalle ‘presenze di cura’, che formano un’altra grossa parte del fatturato all’albergo Farina che possiamo calcolare in un 53% visto che, a suo giudizio sono meno del 20% le presenze che non usufruiscono di alcun tipo di servizio, curativo o no, e che frequentino l’albergo per il mero soggiorno. Da questo puto di vista vale ancora, anche se in misura notevolmente minore risetto al passato, la situazione geografica delle terme come riferimento per Venezia, Verona, Padova e anche i colli Euganei.”
  • Il collante di tutto questo sistema può dirsi fondato su due parametri: 1) la qualità dell’ospitalità e in generale di tutti i servizi 2) il sistema piscine che forma un denominatore comune concreto tre le varie tipologie di soggiorno e che però, a mio avviso, resta un punto estremamente deboe rispetto alla legislazione esistente.”

 

Antonio fece una brevissima pausa

Ora assumo il ruolo da sempre svolto dal Commissario e vi auguro la buona notte e un arrivederci a lunedì prossimo.”

Concluse la serata da buon capitano della nave.

Applausi, sorrisi e sventolii di mani si sprecarono all’inverosimile per diversi minuti intervallati da qualche ‘bravo’, ‘bene’ e da un ‘complimenti Antonio’ da parte del Dott. Rubini.

L’Oca Selvaggia era alle stelle; volava felicemente in alto, fu anche l’occasione per dare fondo a ciò che non si era consumato causa la brevità della pausa caffè.

 

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CI VEDIAMO MARTEDI PROSSIMO

CON

GLI ALBERGHI PRIMA, DURANTE E DOPO IL COVID

(PARTE SECONDA)