Le terme e le indagini del Commissario Lasagna

I quattro dell’oca selvaggia

 

Un sabato tranquillo. Lasagna lo stava utilizzando, dopo aver fatto la colazione, per sistemare alcune piccole faccende domestiche e riordinare per quanto possibile le carte che aveva sulla scrivania del suo piccolo studio. Tra queste vi erano  gli appunti e il materiale relativi alla sua semi-indagine sulle acque termali. Il riordinarle significava, sotto sotto, la voglia, la volontà, il desiderio o chissà cosa, di riprendere quella tematica: diciamo pure una curiosità semi-inconscia. Tuttavia c’era un problema che doveva affrontare per l’indomani che lo avrebbe costretto a perdere la Santa Messa della mattina e spostarla eventualmente al tardo pomeriggio.

 

Gli amici del volontariato avevano organizzato nella mattinata della domenica una iniziativa pubblica sulla loro attività con manifesti ed esposizione di mezzi davanti all’arena di Montemerlo. La facevano ogni anno, certo che ora diventava cosa diversa. Non potevano esserci assembramenti persone che si ammassassero e quindi avevano pensato, con l’accordo del comune, di fare solamente una esposizione di materiale recintando il tutto in modo che nessuno potesse avvicinarsi e con un servizio d’ordine preparato e distanziato in modo da fare coreografia ma nel contempo evitare incontri troppo ravvicinati Si sarebbero serviti di questo allestimento per proporre interviste televisive a singole persone direttamente interessate. Il materiale prodotto sarebbe poi stato divulgato nelle televisioni locali, suoi social ecc.

 

Era stato richiesto anche a Lasagna di partecipare e dare la sua testimonianza ma il mulo, per quanto in modo felpato, aveva detto di no. Non era nel suo stile apparire in televisione o rilasciare interviste. Pur tuttavia avrebbe garantito la presenza in loco per salutare gli amici che allestivano il tutto e sotto sotto, ma nemmeno tanto sotto, vedere di poter parlare con Toni e Bepi: non si sa mai avessero qualche idea o notizia ‘termale’ e poi… quello studio generale per un piano sull’uso geotermico della risorsa termale lo aveva sempre presente.

 

Si sa che quando il tarlo si insinua nella mente difficilmente lo si può levare ma lui, in quanto mulo, più che un tarlo aveva una pulce, così pensava, che a quell’idea li faceva prurito; gli veniva da grattarsi il polso del braccio destro. Anche per questo non poteva dimenticarla.

Da quasi una settimana vi erano state delle belle giornate soleggiate con temperatura mite che tendeva semmai ad abbassarsi un poco alla sera. Clima indicato per un bel giro in bicicletta e la Bottecchia  nello scantinato  ‘scalpitava’. Il mulo sapeva bene cosa volesse dire! Quindi tra se e se pensò: “Se l’appuntamento a Montemerlo è per le 11 ed io con la bicicletta parto alle 7 ho tutto il tempo, senza forzare troppo e al contempo godendomi il paesaggio e i colori autunnali, di farmi un bel giro sull’Anello ciclabile dei Colli Euganei, assaporare un poco di termalità riflettendoci sopra e arrivare, senza abbandonare la ciclabile, in centro a Montemerlo in tempo per recuperare le forze con una seconda colazione: si può fare.”

 

E così all’indomani mattina alle ore 7,15 Lasagna stava attraversando il Ponte del Bassanello per immettersi lungo l’argine della Battaglia in direzione Montegrotto e godersi la vista dei colli e della campagna attorno al Padova. Ad un certo punto un prurito al polso destro gli segnalò di essere entrato nell’area termale nei pressi del Cataio da dove poteva prendere l’Anello Ciclabile. Così fece e tutto sembrava magico: paesaggio, temperatura, colori e… i primi fumi delle terme. L’unica pausa fu quando arrivato nei pressi del Laghetto Verde decise di entrare nel parcheggio  per vedere se vi erano gli animali che solitamente vi soggiornavano  in particolare i conigli e le anatre. Dieci minuti non di più per poi riprendere la ciclabile ed attraversare il ponte di legno sopra il Rialto.

 

Fu allora che il telefono suonò.

Lasagna si fermò ai bordi della pista ed estrasse dalla tasca del giubbetto il cellulare chiedendosi chi poteva essere. Guardò il display e lesse: Rubini. Pensò subito “Rogne in vista”.

“Buon giorno Dott. Rubini quale buon vento la porta qui?” Si capiva che il mulo scalpitava.

“Buon giorno Commissario, non faccia il sarcastico e non si preoccupi… solo bel tempo in vista …”

“Ne ero sicuro!”

“Quasi bel tempo…” Riprese Rubini.

Lasagna storse il naso e alzò gli occhi al cielo mentre una qualche disdicevole parola tentava di uscirgli dalla bocca strettamente tenuta chiusa.

“Comunque non si preoccupi, avrei bisogno di un piccolo favore.”

“Agli ordini” Disse prontamente Lasagna.

“Lei sta andando a Montemerlo vero?”

“Come lo sa? Ha la sfera di cristallo?”

Questa volta Rubini attaccò con una risata: “Sarò pure vicequestore per qualche cosa!”

“Già” disse lasagna “ma qui è questione di intelligence.”

“No… no, il fatto che è che ‘’i suoi amici della protezione civile mi avevano invitato a presenziare a nome del Questore, alla iniziativa di questa mattina a Montemerlo, mi hanno detto che c’era anche lei. Avevo dato la mia disponibilità ma proprio due ore fa sono stato allertato per una situazione grave relativa al Covid19 e quindi sarei a chiederle se può portare il mio saluto e le mie scuse.”

Agli ordini e mi raccomando… se si trova in situazioni particolari si protegga… mascherina ecc.”

“Non dubiti… ma ho avuta anche un’altra soffiata nei sui riguardi.”

“Mi dica” riprese Lasagna.

“Non è che per caso lei vada anche con l’intenzione nascosta di incontrare quei suoi due amici e magari parlare delle terme e di quel famoso piano di rilancio di quella economia cha abbiamo ‘sognato’  assieme?”

“Nascosta? Non direi… vado per quello oltre che, ora, per portare suoi saluti.” Il mulo rideva a piena dentatura.

“Immaginavo, immaginavo… naturalmente se vi sono novità mi tenga informato: sono curioso.”

“Non ne dubiti, sarà fatto. Buon lavoro”.

“Grazie” e il vicequestore chiuse la telefonata.

 

Lasagna riprese la sua Bottecchia temporaneamente parcheggiata vicino ad una staccionata ma prima di ripartire dovette grattarsi il polso, il prurito si era rifatto vivo. Così sempre lentamente, senza problemi ed immerso sempre più nella variabile natura si ritrovò verso le 10,20 nella piazza di Montemerlo davanti all’arena dove i volontari stavano facendo gli ultimi preparativi per fare una bella figura nelle televisioni locali. C’era ancora tempo per portare il saluto del Vice Questore agli organizzatori, ne approfittò per andare al bar e dopo avere fatto un veloce giro all’interno ad osservare cosa veniva proposto si sedette all’esterno ne tavolini appositamente distanziati. All’arrivo della simpatica e ‘giovane’ signorina che gli chiese cosa volesse, senza esitazione disse “Un panino medio con pancetta e uno spritz all’antica.” La ‘giovane’ signorina lo guardo un poco sorpresa. “All’antica come?”. Un benevolo sorriso mulesco contornò la risposta di Lasagna. “Mezzo di bianco e mezzo di acqua frizzante… meglio se vi fosse del selz.” La ‘giovane’ signorina lo guardò ancora un poco perplessa e Lasagna: “Ok sto scherzando va bene mezzo bianco e mezza minerale, su un bicchiere grande, quello da bibite… ho sete.”

 

Erano orami le undici. Lasagna si era rifocillato e andò a portare il suo saluto come rappresentante della Questura. Tutto fu molto rapido e così ebbe la possibilità di salutare Antonio e Giuseppe che oramai liberi dal loro impegno di ‘allestitori’ accettarono volentieri il suo invito di appartarsi per fare due chiacchiere distanziate. L’incontro non durò molto, la condivisione sul continuare a indagare-curiosare sulle terme era comune e comune fu l’idea di proseguire i loro incontri possibilmente tutti i lunedì sera alle 20,45 via skype. Si salutarono con l’impegno da parte di Lasagna di inviare loro via e-mail un piccolo schema organizzativo anche in base a quello che aveva capito essere loro particolari conoscenze. Guardò l’orologio, erano le 12,20 e sorse l’amletico problema: torno o non torno a casa a mangiare?

 

La questione fu risolta unendo l’utile al dilettevole (la res cogitans unita con la res extensa). La giornata era bella, fretta non ne aveva e nemmeno voglia di accelerare la sua andatura, in fin dei conti a Messa poteva andare anche alle 18. Decise di prendere la strada di casa “attraverso campi”, per vie secondarie, sicuro che una qualche osteria l’avrebbe trovata aperta con possibilità di mettere del cibo sotto i denti. Nel frattempo avrebbe elaborato un primo schema organizzativo per l’indagine dividendo i compiti tra i tre e così fece:

  1. a lui, la ricerca delle leggi e il coordinamento del lavoro ed eventualmente preparare un qualsivoglia piano.
  2. ad Antonio l’indagine su eventuali usi della geotermia, che si sentiva esistere, al di fuori degli alberghi
  3. a Giuseppe la ricerca specifica di studi, analisi negli alberghi e materiale di conoscenza su questi.
  4. e  Rubini? Supervisore curioso.

Sarà stato il prurito che di tanto in tanto lo spingeva a grattarsi il polso anche se in maniera sempre più felpata, sarà stata la fermata al Laghetto Verde, sarà stata la telefonata di Rubini, sarà stato lo spirito di avventura che sentiva in questa ricerca… chissà cosa sarà stato, a dirlo è sempre difficile altrimenti gli psicologi non potrebbero ‘vivere’, ma gli venne alla mente un vecchio film degli anni 70.

Il film si intitolava: I quattro dell’oca selvaggia. Si trattava di quattro attempati eroi a cui viene proposta una difficile missione per salvare in Congo un leader del popolo imprigionato. Le cose non vanno per il meglio ma alla fine i cattivi saranno puniti e il bene uscirà. In fin dei conti loro tentavano di salvare la risorsa termale e rilanciarne l’economia su principi green!

La Bottecchia andava leggera e in lontananza a Lasagna parve di vedere l’insegna di una trattoria…

Meglio di così nemmeno Richard Burton e Roger Moore, l’allora novello 007, avrebbero potuto immaginare!