L’indagine inizia
Erano le 22,30 quando Lasagna si mise al lavoro con la nuova ‘rogna’.
Il mandato era chiaro. Fare una relazione conoscitiva, ufficiosa e ‘riservata’ sulla possibile esistenza o meno di una situazione di illegalità sulle acque termali e sul loro scarico nelle fognature di Abano e Montegrotto; meno chiaro appariva il ‘come’ dovesse fare. Su questo cominciò a riflettere; usava costruirsi un primo schema sulla possibile presenza di valenze utili nella ricerca:
- Non era un terreno di sua specifica competenza.
- Le sue conoscenze sulla legislazione amministrativa erano abbastanza generiche. Poi sulle acque termali!
- Si rendeva conto che un’indagine su un tale problema avrebbe necessitato di acquisire molti atti, delibere, ordinanze, tutto materiale depositato negli uffici dei due comuni, della provincia e della regione, la cui richiesta di per sé stessa – ammesso e non concesso avesse l’autorità per farla – avrebbe messo in discussione la ‘discrezione’ del suo operare; atti che per essere analizzati necessitavano di un gruppo di lavoro con competenze diverse. Già questo poteva mettere in moto chiacchiericci interni all’ambiente con eventuali ‘fughe di chiacchiere’ e con possibili articoli di giornali che, come lui pensava, non sempre disinteressatamente ‘sparano’ titoli mortali per la parola ‘informazione’.
- Da dove partire? Non era nemmeno chiaro il contesto su cui muoversi. Dalle poche notizie avute rischiava di girare a vuoto per diverso tempo e d’altro lato gli era stata richiesta una prima panoramica della ‘cosa’ in tempi non lunghi: si… ma di quale ‘cosa’? Ecco il problema senza il cui chiarimento, almeno nelle linee fondamentali, era impossibile impostare un lavoro e di certo, lui, non era un mago con la sfera di cristallo a disposizione.
- Tuttavia Lasagna, e anche questo gli era riconosciuto, aveva una marcia i più derivante dall’esperienza, dalla fantasia e, come qualcuno sosteneva, dalla fortuna che aiuta gli audaci. Su questo punto lui aveva una sua idea: gli audaci sono a posteriori quelli che hanno avuto fortuna insomma quelli a cui è andata bene. Aveva, da una parte una visione molto pratica delle cose e, dall’altra, un ragionare che gli permetteva di mettere assieme aspetti apparentemente non collegati; a volte questa era la carta vincente. Lo stesso suo ‘benevolo’ sarcasmo faceva parte di questo modo di ragionare. Fece alcune prime libere riflessioni.
1) Il fatto che il funzionario della regione avesse detto che la ‘cosa’ andava avanti da trent’anni e più, pur ammettendo fosse stato un modo di dire usuale, sicuramente denotava tempi molti lungi nella presenza di una eventuale illegalità. Era mai possibile che per tanto tempo nessuno avesse denunciato niente? Non gli appariva realistico, l’illegalità viene sempre a galla magari sotto traccia. Anche nei sistemi più organizzati del malaffare si notano i sintomi dell’illegalità, cosa diversa è poterla dimostrare o impedirla, ma la sua esistenza appare nel senso comune delle cose: in questo caso, fino al quel momento sembrava invece esserci stato il silenzio assoluto, una illegalità asintomatica. Oppure era una conoscenza ristretta a piccoli gruppi? Era possibile? A prima vista la risposta tendeva verso il no.
2) Ma la cosa più intrigante è che in tutto questo mancava il contendere, o almeno gli era impossibile vederlo, cioè il denaro, il guadagno, l’interesse alla ‘cosa’. Lui era molto rispettoso delle figure di Falcone e Borsellino e quel loro insegnamento di ‘seguire la traccia lasciata dai soldi’ per arrivare al dunque delle questioni, di cui sempre se ne serviva ma qui non la vedeva. Certo, pensava, che il ‘potere’ ha anche interessi non direttamente percepibili ma qui la cosa evidente era solo l’acqua calda che finiva nei fossi. Magari il vero ‘crimine da galera’, come in determinate situazioni ‘affermava’ ad alta voce, era proprio questo, ma era difficile inquadrarlo nell’illegalità semmai in quello della stupidità cosa non certo meno grave ma…non di sua competenza.
3) L’illegalità non è fatto astratto ma storico, cioè è illegale tutto quello che in un dato periodo, in un dato momento, va contro o si oppone alle leggi allora esistenti e quindi: quali eventuali leggi sostenevano una illegalità termale?
Facendo queste riflessioni rideva tra sé e sé e un’immagine gli apparve: Lui a giudice di un tribunale per le stupidità umane… poi tuttavia pensò che sarebbe stato ‘una rogna’ ingestibile.
Il tempo passava e il sonno sempre più si avvicinava.
Di tanto in tanto volgeva lo sguardo verso la televisione lasciata accesa anche quando lavorava con un volume molto basso in modo da fargli compagnia. In quel momento trasmettevano un dossier sulla terra dei fuochi, sul commercio di rifiuti pericolosi che venivano stoccati in modo illegale, contro le leggi esistenti, in luoghi segreti e non adeguati, con danni immani per l’ambiente e la salute dei cittadini. Il tutto per non spendere soldi per il loro corretto stoccaggio; questa era la via del danaro.
Sarà stato l’ormai prossimo sonno che mette in moto il mondo fantastico dei sogni aiutato in questo dalla fantasia ma, in un attimo, i fossi di Abano e Montegrotto si tramutarono in una grande rete fognaria abusiva per lo scarico dell’acqua ‘inquinata’: una cloaca massima termale! Una visione a dir poco esagerata ma nei sogni questo succede. Il Commissario si riprese da questo suo stupore-torpore e riuscì a fare alcune riflessioni sulle immagini sognanti che aveva percepito, prima che si dileguassero nel nulla dei non ricordi.
“E se fosse così? Ma l’acqua termale non inquina anzi potrebbe produrre nuova ricchezza quindi sarebbe una cloaca produttiva. E poi questo succede da sempre, si dice fin dai tempi dei romani ma in realtà molto molto prima.” Si fermò un attimo e pensò: “Non è che per caso a guardare lontano non vedi ciò che si trova sotto casa?”
Il tempo passava e lui, come era solito dire, “non quagliava”. Gli mancava il dato certo, il riferimento legislativo, la pietra angolare da cui partire per determinare almeno un’ipotesi di possibile illegalità altrimenti, per lui, chiacchiere erano e chiacchiere restavano.
Sentendosi oramai stanco, come spesso succede in questi casi, si mise a bighellonare in internet aspettando che il sonno fosse vincitore ed entrò per curiosare, nelle pagine web del comune di Abano e di Montegrotto così, tanto per farsi un’idea.
Come si suole dire; ‘Clicca che ti riclicca’ mentre guardava il sito del comune di Abano si imbatté nella sezione dal titolo ‘regolamenti’, un lungo elenco che spazia dalle scuole al volontariato, alle manifestazioni in piazza e… giù, giù, un poco per caso, vide un regolamento dal titolo:
Regolamento per l’uso della Fognatura pubblica comunale – Disciplina degli scarichi in fognatura e sul suolo.[1]
Il sonno fece immediatamente diversi passi indietro e la postura della sua schiena rispetto allo schienale della sedia passò da curva a retta, questione di decimi di secondo.
“Un regolamento sulle fognature? Che riguardi anche le acque termali?”
Questo pensiero lo catturò, avrebbe forse trovato un punto certo da cui partire o almeno ne avrebbe provato la possibilità. Naturalmente e immediatamente si spostò sul sito del comune di Montegrotto per vedere se anche lì esisteva un:
Regolamento per il servizio della fognatura comunale relativo alle acque nere e acque bianche.
Lo trovò.[2]
Ora si sentiva più fiducioso sulla possibilità di non avere perso una serata inutilmente.
Stampò immediatamente i due testi per poterli avere sempre sottomano e farne una prima rapida lettura. Non erano malloppi enormi, almeno rispetto alle sue situazioni quotidiane di lavoro, e quindi la lettura iniziò rapida. Alle 3,15 quando decise che il letto non poteva più aspettare, anche perché una certa confusione nella lettura cominciava ad apparire, pensò che poteva considerarsi soddisfatto, in fin dei conti qualcosa appariva all’orizzonte su cui poter lavorare.
L’acqua termale era presente nei regolamenti.
L’indomani mattina giunto in ufficio alle 9 in punto telefonò immediatamente al Dottor Rubini informandolo di questa prima idea il quale disse ridendo liberamente: “Ma perché non me lo ha comunicato questa notte?”
La risposta di Lasagna alla battuta non si fece attendere: “Ma… lei capirà che per capire alcune cose bisogna essere ben svegli!”
Tra i due c’era stima e simpatia.
A VENERDI PROSSIMO CON IL TERZO COPITOLO “I DUE REGOLAMENTI”
[1] https://www.comune.abanoterme.pd.it/wp-content/uploads/2019/12/REGOLAMENTO-USO-FOGNATURA-PUBBLICA-COMUNALE.pdf
[2] https://www.montegrotto.org/c028057/zf/index.php/atti-generali/ (Scorrere i titoli dei vari regolamenti fino ad arrivare alla seconda pagina quello dal titolo ‘Regolamento per la fognatura comunale’)